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      E poi, in calen di novembre MCCCXXXVIII, quelli della detta terra di Santa Maria andarono e presono la rocca di Ganghereto, ch'era data per gli conti a guardia del Comune di Firenze, e quella misono in puntelli e feciolla rovinare. Credesi fu con consentimento di certi rettori di Firenze, ed eravi alla guardia quelli di Monteguarchi, onde poi fu accusa fatta per quelli di Monteguarchi, e fue condannato il Comune della nuova terra a pagare a' conti fiorini VIIIm d'oro per lo forfatto, rimanendo a·lloro la propietā delle terre de' conti di quello aquisto, che valieno IIIIm fiorini e pių. Lasceremo alquanto de' fatti di Firenze, e diremo di quelli della nostra lega e di Viniziani, come operarono contro al Mastino.
     
      LIV
     
     
      Come l'oste de' Viniziani e Fiorentini, ond'era capitano messere Piero Rosso, si puosono a Bovolento.
     
      Nel detto anno MCCCXXXVI, all'entrante d'ottobre i conti da Collalto in trevigiana si rubellarono da quelli della Scala, e dierono la Motta e altre loro castella al Comune di Vinegia; e alla Motta si fece ragunata e capo la gente della nostra lega e di Viniziani. In quelli giorni a dė XV d'ottobre, credendosi i Viniziani per trattato di moneta avere il castello di Mestri, furono ingannati e traditi dal castellano che v'era per mesere Mastino, credendo prendere de' maggiori di Vinegia che v'andavano; ma non vi giunsono al termine dato; ma di loro masnade a pič vi rimasono presi pių di CCL; onde i Viniziani rimasono molto aontati. Poi a dė XX d'ottobre si partirono dalla Motta messere Piero e mesere Marsilio Rossi capitani dell'oste nostra e de' Viniziani con MD cavalieri e IIIm pedoni, vegnendo francamente per trevigiana ardendo e guastando il paese: e sanza alcuno contasto vennero infino alle porte di Trevigi, e di lā vennero poi a Mestri e arsono tutti i borghi; e poi si misero a gran pericolo vegnendo in padovana per le molte fiumane e canali che aveano a passare, ond'erano tagliati i ponti; per la qual cagione si missono a grande affanno e rischio, abandonandosi alla fortuna come ardita e valentre gente.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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