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      E nota, lettore, se·lla comata, onde dinanzi facemmo menzione, ch'aparì nel segno del Tauro, il quale troviamo intra altre città e paesi essere attribuito alla città di Bologna, e mostrò assai tosto le sue infruenze di tanta mutazione di signoria alla città di Bologna. E come più adietro facemmo menzione, quando il legato cardinale ne fu cacciato, poco dinanzi scurò la luna nel segno del Tauro, e per alquanti intendenti di quella scienzia fu pronosticato dinanzi la mutazione di Bologna contro al legato, e noi fummo di quelli che·llo 'ntendemmo, con tutto che·ll'operazioni di lui e di sua gente e uficiali assai aparecchiarono l'opere e·lla matera alla costellazione, onde si sperava quella uscita. Assai avemo detto de' fatti di Bologna, ma ènne paruto di nicistà, come di città vicina e amica di Firenze, considerando l'antica unione e libertà e stato e potenza del buono popolo di Bologna, tornato a' nostri tempi per discordie e signoria tirannica di singulare cittadino, per dare asempro alla nostra città e popolo di Firenze a·ssapere i nostri cittadini guardare la libertà della nostra republica, e non cadere a tirannia di signore. Onde mi fa temere della nostra città di Firenze per le discordie e, male reggimento: e questo basti a' buoni intenditori.
     
      LXXI
     
     
      Della morte del re Federigo di Cicilia, e di novità ne seguì all'isola.
     
      Nel detto anno, a dì XXIIII di giugno, morì di suo male don Federigo re, che tenea l'isola di Cicilia: lasciò più figliuoli, ma il suo maggiore don Piero, cui egli a·ssua vita avea coronato re, come in adietro in alcuna parte si fece menzione, ed era quasi uno mentacatto; per la qual cosa dopo la morte del padre molte mutazioni ebbe l'isola, che 'l conte Francesco di Ventimiglia, de' maggiori baroni dell'isola, per soperchi ricevuti dal detto Federigo prendendo parte contro a·llui per lo conte di Chiermonte suo cognato, si rubellò con tutte le sue castella, e cercò trattato col re Ruberto di Puglia, di cui di ragione era l'isola, e mandò a Napoli un suo figliuolo.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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