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      E·lla maggiore fu quella di Barletta, e che più duṛ e con maggiori battaglie. Dell'una parte era capo casa Marra, e co·lloro il conte di Sanseverino e tutti i suoi seguaci; dell'altra la casa di Gatti, e co·lloro il conte di Minerbino, chiamato il Paladino, e co' suoi seguaci, i quali feciono molto di male, e guastando la terra di Barletta e tutto il paese d'intorno. Delle quali discordie il re ne fu molto ripreso, e dovea esere a tanto savio signore come era, e di senno naturale e di scienzie; e per propia avarizia delle pene e composizioni di misfatti di suoi sudditi sofferia il guastamento del suo regno, possendolo correggere e salvare con alquanta giustizia. E niente si ricordava delle parole del savio re Salamone: "Diligite iustitiam, qui iudicatis terram". Bene che poi che·lle dette terre furono ben guaste, il re vi manḍ le sue forze assediando Minerbino e 'l conte; e' suoi fratelli vennono a Napoli alla misericordia del re, e tutti i loro beni piubicati alla corona, e venduti e barattati, ed ellino prigioni a Napoli; e furono diserti con male fine e disfatti. Questi conti di Minerbino furo stratti di vile nascimento, che furono figliuoli d'uno figliuolo di meser Gianni Pipino, il quale fu nato d'uno piccolo e vile notaiuolo di Barletta; ma per sua industria fu molto grande al tempo del re Carlo secondo, e guidava tutto il regno, guadagnando d'ogni cosa, e arricch́ per modo che lascị i suoi figliuoli conti; i quali poi per loro superbia e stracotanza, com'è detto, vennero tosto a mal fine.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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