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      La podestà la mattina vegnente fece richiedere tutti i buoni uomini di Verona a consiglio, e quelli medesimi ch'avieno morto meser Mastino, propognendo che volea che·lla terra si rifermasse a reggimento comune e di popolo. E ragunato il consiglio, mesere Alberto uscì della camera disarmato e venne nel consiglio, e salì nella ringhiera, donde tutti quelli del consiglio s'amiraro. E meser Alberto con allegro viso cominciò disimulatamente a biasimare le tirannie e male opere del suo fratello, e lodava ciò che di lui era fatto, onde il consiglio erano tutti contenti; ma come seppe ch'erano venute le masnade da Mantova, com'era ordinato il tradimento per lui e per lo podestà, fece serrare il palagio e uscire fuori i fanti armati, e uccisono tutti coloro che aveano ucciso meser Mastino, e gittarli morti per le finestre del palazzo, e poi meser Alberto corse la terra e fecesene signore; e perseguì tutte le schiatte di coloro ch'avieno morto messere Mastino, e cacciolli di Verona. Questa fu la morte e vendetta del primo Mastino. Il detto meser Alberto ebbe più figliuoli, i quali fece tutti cavalieri essendo quasi garzoni. Rimasene dopo la sua morte tre in vita; messer Bartolomeo, questi regnò signore di Verona apresso al padre, non ebbe figliuolo. Il secondo fu meser Checchino, ch'anche regnò apresso. Il terzo fu messere Cane, che·ffu valente tiranno e signore da bene, di cui adietro facemmo menzione, e fu amico del nostro Comune; di costui non rimase figliuolo niuno madornale. Dopo lui regnarono i nipoti figliuoli di meser Che


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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