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      Ma·cciò venne loro fallito, che i popolani d'Oltrarno francamente gli ripugnaro, e tolsono loro i ponti coll'aiuto di popolani di qua dall'Arno, ch'andaro i·lloro aiuto per lo ponte alla Carraia. Messer Iacopo Gabrielli capitano si stava armato a·ccavallo in sulla piazza colla cavalleria, con gran paura e sospetto, sanza usare alcuno argomento o riparo di savio e valente capitano; istando fino alla notte quasi come stupefatto; onde molto fu biasimato. Ma il valente messer Maffeo da Ponte Carradi, allora nostro podestà, francamente con sua compagnia armato a cavallo passò il ponte Rubaconte con pericolo grande e rischiò di sua persona, e parlò a' congiurati con savie parole e cortesi minacce, li condusse la notte sotto sua sicurtà e guardia a partirsi fuori della città per la porta da San Giorgio, sanza quasi romore d'uomini o spargimento di sangue, o incendio o ruberie, onde molto fu commendato, ch'ogni altro modo era con grande pericolo della cittade. E come furono partiti, il popolo s'aquetò, e l'altro di apresso fatta di loro condannagione si disarmaro i popolani, e ciascuno fece i suoi fatti come prima. Per sì fatto modo guarentì Idio la nostra città di grande pericolo, non guardando a' nostri peccati e male reggimento di Comune; ma per non essere di tanto benificio grati a·dDio, la detta congiura ebbe apresso di male sequele a danno della nostra città, come inanzi si farà menzione.
     
      CXIX
     
     
      Chi furono i congiurati che furono condannati.
     
      Partiti i detti congiurati, il dì apresso si tenne consiglio come si dovesse procedere contro a·lloro; per lo migliore del Comune si prese di non fare grande fascio, però ch'a troppi cittadini sarebbe toccato, che sentiro la detta congiura e·ss'aparecchiarono con arme e cavalli, ma non si mostrarono; ma solamente si procedesse contro a quelli caporali che si mostraro e furono in arme, i quali furono citati e richesti; e non comparendo subitamente furono condannati nell'avere e nelle persone, siccome ribelli e traditori del loro Comune.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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