Pagina (179/442)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lasceremo alquanto de' nostri fatti di Firenze, ch'assai ce n'è convenuto dire a questa volta, faccendo incidenzia per dire alquanto d'altre novità istate inquesti tempi per l'universo; ma tosto vi torneremo a dire, ch'assai ci cresce materia a' nostri fatti.
     
      CXX
     
     
      Come il re di Spagna sconfisse i Saracini in Granata.
     
      Nel detto anno, in calen di novembre, furono sconfitti i Saracini di Setta e dell'altro paganesimo di Barberia e di Levante ch'erano passati di qua da·mmare, innumerabile quantità, al soccorso di quelli di Granata, per lo buono re di Spagna; e rimasene tra morti e presi più di XXm, con molto tesoro e arnesi di Saracini.
     
      CXXI
     
     
      Come arse Portoveneri.
     
      Nel detto anno, il dì di calen di gennaio, s'aprese fuoco in Portoveneri nella riviera di Genova, e·ffu sì impetuoso, che non vi rimase ad ardere casa piccola o grande, salvo i due castelli, overo rocche, che v'hanno i Genovesi, con infinito danno d'avere e di persone, e non sanza giudicio di Dio, che quelli di Portoveneri erano tutti corsali, e pirati di mare, e ritenitori di corsali.
     
      CXXII
     
     
      Come in Firenze si feciono due capitani di guardia.
     
      Nel detto anno, in calen di febraio, si partì di Firenze il tiranno, meser Iacopo de' Gabrielli d'Agobbio, ricco delle sangui de' Fiorentini ciechi, che più di XXXm fiorini d'oro si disse ne portò contanti. Ver'è che per la sua partita i savi rettori di Firenze corressono il loro errore del suo tirannico uficio, e scemaro le spese del Comune, overo le radoppiarono, che là dove prima avieno uno bargello per loro esecutore ne elessono due, l'uno a petizione del detto meser Iacopo e suo parente (ciò fu meser Currado della Bruta, capitano della guardia in città per arricchire la povertà di Marchigiani), l'altro a guardia in contado sopra gli sbanditi, meser Maffeo da Ponti Carradi di Brescia stato nostro podestà: questi n'era più degno per le sue virtù e operazioni; ma·ll'uno e·ll'altro uficio era d'oltraggio e a grande danno e spesa del Comune.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





Firenze Spagna Saracini Granata Saracini Setta Barberia Levante Granata Spagna Saracini Portoveneri Portoveneri Genova Genovesi Dio Portoveneri Firenze Firenze Iacopo Gabrielli Agobbio Fiorentini Firenze Comune Iacopo Currado Bruta Marchigiani Maffeo Ponti Carradi Brescia Comune