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      In somma furon Vc i tratti di grandi e recati a esere popolari, per fortificare il popolo e afiebolire e partire la potenza de' grandi coll'infrascritti patti e ordini. Ma certi altri grandi, onde non faremo menzione, che s'erano messi nella detta petizione, che s'erano messi a morte per francare il popolo, e francaro, per invidia non furono accettati per lo 'ngrato popolo; e tali sono le più volte i meriti de' servigi si fanno a' popoli, ispezialmente a quello di Firenze. I patti e' salvi furono questi. Che i detti grandi e nobili recati a benificio d'essere di popolo non possino esere di priori, dodici e gonfalonieri delle compagnie del popolo, o capitani di lega del contado infra cinque anni; ogni altro uficio possano avere; e·sse alcuno de' detti infra X anni pensatamente facesse micidio o tagliasse membro, o desse fedita innorma in persona d'alcuno popolano, o facesse fare, o ingiuriasse posessione di popolano, dichiaritosi per lo consiglio del popolo, dee a perpetuo esere rimesso tra' grandi. Ma nota che parecchie schiatte e case di popolani erano più degne d'esere messe tra' grandi, che·lla maggior parte di que' che per grandi rimasono, se andasse pari la bilancia della giustizia, per le loro ree opere e tirannie; e tutto è questo per difetti del nostro male reggimento. Fermati i detti ordini, e tratti del nuovo squittino i priori, e' dodici, e' gonfalonieri, ch'entrarono in calendi novembre apresso, si trovarono i più artefici minuti, onde il popolo fu contento, e aquetossi la città d'ogni sospetto e gelosia.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





Firenze