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      E trassesi di zecca di prima a dì XII d'ottobre del detto anno, e fu molto bella moneta colla 'mpronta del giglio e di santo Giovanni, e chiamavansi i nuovi guelfi; ed ebbe grande corso in Firenze e per tutta Toscana, e per lo caro dell'argento tornò il fiorino a valuta di libre III e soldi II di piccioli, e meno. Prima ci erano guelfi XV e mezzo per fiorino d'oro. Ma in quelli dì certi mali fattori cittadini, alquanti di casa i Bardi, e Rubecchio del Piovano, fatti venire da Siena certi maestri falsari di monete, e nell'alpe di Castro avieno ordinato di falsare la detta moneta nuova e quattrini. Furonne presi due e arsi, e confessaron per loro che, detti tre de' Bardi la facieno loro fare, citati e non compariti, furono condannati al fuoco come falsari. Lasceremo alquanto de' fatti di Firenze, ch'assai ne' detti tempi era in tranquillo e buono stato e sanza guerra, con tutto fosse inn-assai bollore e tribulazioni per le compagnie e singulari persone cittadini falliti, come inanzi faremo menzione, e torneremo a dire d'altre novità delli strani che furono in questi tempi.
     
      LIV
     
     
      Come furono morti il conte d'Analdo e 'l marchese di Giullieri da' Fresoni.
     
      Nel detto anno, del mese di settembre all'uscita, avendo il conte d'Analdo fatto suo sforzo di gente d'arme col marchese di Giullieri, passato in Frigia di là da Olanda, onde il detto conte d'Analdo era signore per retaggio, per sottomettere a sua signoria i Fresoni, che no·llo ubidivano. Il quale della detta impresa ebbe lieta entrata, che quasi sanza contasto conquistato gran parte del paese, ma poi riuscì con dolorosa fine.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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