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      E ordinaro che·llo 'nquisitore non potesse tenere più di VI famigliari con arme da offendere, né dare a più licenza di portarla; e al vescovo di Firenze a XII famigliari; e a quello di Fiesole VI; che·ssi trovò, secondo si disse, che 'l detto frate Piero inquisitore avea data la licenza di portalla a più di CCL cittadini, onde guadagnava l'anno presso, o forse più, di mille fiorini d'oro; e me' i vescovi non ne perdieno, e aquistavano amici al loro vantaggio e sconcio della republica. Partiti i detti ambasciadori da corte, il cardinale di Spagna sopradetto, come fellone, non istando contento all'accordo fatto con infestamento del sopradetto inquisitore, ch'era fuggito in corte, coll'aiuto d'alcun altro cardinale, da capo feciono citare al papa, che venissono in corte il vescovo di Firenze e tutti i prelati che non aveano oservato lo 'nterdetto, e' priori e signorie e collegi ch'erano allora; onde in Firenze n'ebbe grande turbazione contra la Chiesa, e da capo rifeciono sindacato, e mandarono in corte a riparare. Ma·lla maggiore cagione fu perché il papa volea che per lo nostro Comune si levassono certi inniqui capitoli fatti per lo Comune contra i cherici, i quali pur erano sconci e contra ragione, come dicemmo adietro. E volea il papa trattare co' nostri ambasciadori concordia coll'eletto suo imperadore, la qual cosa non piacque al nostro Comune.
     
      LIX
     
     
      Come il re d'Ungheria seppe la morte del re Andreas, e venne in Ischiavonia con grande esercito per soccorrere Giadra e passare in Puglia.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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