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      Le parole predette sono parole di Geremia profeta, le quali si discrivono nel proemio del libro suo.
      Serenissimo principe, il quale a tutti l'Italiani siccome splendida e chiara stella gitti razzi, e 'l quale per la chiarezza di te ogni altro lume di splendore diminuisci, siccome aviene alla luna e alle stelle in comperazione a·dDio, nel cospetto del quale la luna non risprende, le stelle non tralucono e immonde sono. La presente orazione, la quale con istupore e paura parlerò per tanta presenzia di così grande re, futura è di grande e alta materia, la quale infino a' cieli passerà l'onore e·llo stato reale da ogni parte riguardando, per la quale ancora dipenderà lo stato de' devoti della casa reale, la quale se sarà con soavità d'amore compresa, dolcissimi frutti partorirà e graziosi avenimenti aparecchierà. Questa è orazione, per la quale i Fiorentini veghievoli con animata devozione a' pregenitori tuoi igualmente e a·tte la tua celsitudine amantissimamente destano, acciò che quella desta, tutte le nebbie passino via, e al tutto venghino meno. Sieno adunque intorno alle parole promesse gli occhi della tua maestà aperti alla mia orazione, acciò che per quello, sì allo stato reale, come allo stato de' suoi divoti si possa salutevolmente provedere. La presente orazione, acciò che quelle cose che·ssi debbono dire chiaramente si possano vedere, si divide in tre parti: la prima è raccomandatoria e offeritoria, la seconda narratoria e supplicatoria, la terza confutatoria.
      Al primo: i priori dell'arti, e gonfaloniere di giustizia, il popolo e 'l Comune della città di Firenze imposono a·nnoi che a' piè della tua maestà loro e·lla loro città e tutti gli altri divoti d'Italia raccomandare con riverenza dovessimo, e que' Fiorentini siccome devotissimi, e·lla loro fiorentissima città siccome muro e steccato reale, con quella devozione, con che a' tuoi pregenitori, siccome a' padri e benefattori suoi, essere suti fatti la publica fama il manifesta, a·tte come degnissimo capo della tua schiatta pe' nostri raportamenti ti dobbiamo offerere quelle cose, che con allegro animo raportiamo e narriamo, suplicandoti che·lla reale ecelsitudine la racomandagione e·ll'oferta di tanti tuoi devoti con graziosi effetti degni d'accettare.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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