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      Vediamo nuovi generi di componimenti avere un'improvvisa e rapida fortuna; altri cadere in subita dimenticanza, e quasi disprezzo. Il romanzo storico sorse ad un tratto, percorse l'Europa fra gli applausi de' lettori, ed ora sembra volere scomparire affatto. La metafisica, con una moltitudine di nuovi sistemi, dominò in tutte quante le Università d'Europa, ed oggi è caduta in un singolare abbandono. I nuovi sistemi non sorgono, o sorgendo, vengono accolti con diffidenza generale. Invece, si raccolgono con una strana avidità canti, leggende, tradizioni, superstizioni e, quasi direi, anche i sogni del popolo. Si resta indifferenti alla voce dei poeti moderni, mentre gli avanzi d'un dialetto sconosciuto, d'una canzone del popolo, d'una superstizione di selvaggi, fanno fare ai dotti lunghi e penosi viaggi; vengono annunziati in tutte le accademie. Si potrà deplorare questo nuovo fanatismo; si potrà credere che esso aumenti di molte migliaia d'inutili volumi, le nostre già troppo ingombre biblioteche; si potrà dire che questa è una nuova specie di crittogama letteraria; ma il fatto rimane pure innegabile, e merita una spiegazione.
      Noi avevamo finora studiato le letterature, solo per pigliarle a guida e modello nell'arte. Ma le scienze e le lettere ci presentano ancora una delle tante evoluzioni dello spirito umano nella storia. Ed a noi importa di conoscerlo non solamente nell'ora della sua prosperità e grandezza; ma anche nei giorni, in cui la sua luce s'offusca, per meglio comprenderlo, quando poi lo vediamo risplendere di nuovo.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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