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      E da un altro lato, i papi impauriti da questi fatti minacciosi, dimostravano chiaramente e senza vergognarsene, che lo scopo della loro politica non era stato di fondare stabilmente le libertà comunali; ma sibbene crescere d'autorità, aprirsi una via ad estendere e dare più saldo fondamento al loro temporale dominio. Quindi una divisione doveva inevitabilmente nascere nel seno stesso del partito Guelfo, una parte del quale, infatti, dichiarandosi avversa al papa, cominciava già a combatterlo. Questa divisione cominciò ben presto a sorgere nel seno di varie repubbliche; ma in nessuna si vide così manifesta, come in Firenze, centro principale del Guelfismo. Distrutta ogni autorità goduta un tempo dalle antiche famiglie feudali, la democrazia trionfava pienamente. Ma la mercatura aveva pure accumulato grandi ricchezze nelle case d'alcuni Guelfi, che già mostravano di ereditare ancora quelle antiche passioni, che tanto sangue avevano fatto versare in Firenze. Alla nobiltà del sangue succedeva così una nobiltà del danaro, la quale con le stesse mire ambiziose, non potendosi appoggiare all'imperatore, s'appoggiava al papa, che la secondava per tener bassa la cresciuta audacia del popolo. Dante nacque nel tumulto più fitto di queste passioni, Guelfo e democratico, egli si mantenne fedele più assai ai principii, che al nome del suo partito. Giovane ancora, quando la divisione non era così manifesta, egli combatteva a Campaldino contro i Ghibellini d'Arezzo. Ma eletto dal popolo fra i Priori della repubblica, trovò la prepotenza dei ricchi già troppo manifesta.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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