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      In questo periodo, l'Irlanda dimostra una singolare attività, producendo quelle che son forse le tre leggende più popolari del medio evo, e pigliano il nome appunto da tre Irlandesi: S. Brandano, S. Patrizio, e Tundalo. L'Irlanda era da antico una terra piena di silfi, di spiriti, di genii, di mostri leggendari e mitologici. Quando il Cattolicismo dall'Inghilterra fece passaggio nella verde Erinni, e pose nella razza celtica quelle radici profonde, di cui tante prove ci ha dato la storia; allora incominciarono subito le chiese, i chiostri, i martiri, l'eroismo e la superstizione religiosa; allora gli hobgoblins, gli spiriti, i genii aborigeni, e la leggenda pagana cedettero il luogo alla leggenda cristiana. Non di rado la più piccola occasione serviva a trasformare l'una nell'altra.
      La leggenda latina di S. Brandano, pubblicata la prima volta dal Jubinal nel 1836, deve la sua origine ad un Santo irlandese del sesto secolo, e fu scritta nel secolo XI. Subito la troviamo tradotta in quasi tutte le lingue, divenuta una delle più popolari nel medio evo. Il Santo, adunque, abate d'un convento, riceve notizia d'un'isola fortunata, dove si trova il paradiso terrestre, e si pone in viaggio con alcuni de' suoi frati. Navigano lungamente, con diversa fortuna, incontrando strane meraviglie. In una isola trovano uccelli bianchi, i quali con voce umana cantano i salmi di Davidde. Essi sono angeli caduti, che restarono indifferenti nella rivolta di Lucifero, e però la domenica si trovano ridotti a questo stato, in pena della loro indifferenza.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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