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      Salvato da questo pericolo, vede un fiume di fuoco e di zolfo, nel quale cadono i colpevoli, mentre gl'innocenti riescono, secondo il solito, a passare il ponte, e vanno all'altra riva. Ivi esso vede un muro di bronzo, che serve di base ad un giardino mirabile, che è il paradiso terrestre. - Questi si possono chiamare frammenti o germi di visioni e leggende, ed in Italia se ne trova un gran numero. Gregorio VII ci racconta la visione d'un Santo, che trasportato nell'inferno, vide l'anima d'un ricco conte, che era stato pio e buono; ma si trovava ora sulla cima d'una scala, che sorgeva dal profondo abisso dell'inferno. Tutti gli antenati e tutti i successori di lui venivano a mettersi su questo medesimo scalino, respingendo al basso quelli che v'erano prima; tutti dovevano così discendere a lor volta nelle pene eterne dell'inferno, e ciò per avere uno dei più lontani progenitori della famiglia usurpato un benefizio della Chiesa di Metz. Qui è chiaro, che la leggenda è una vendetta ed un'astuzia del clero, il quale credeva di poter condannare un'anima che dichiarava onesta, onde spaventare i credenti, acciò non osassero toccare i privilegi della Chiesa, per timore di queste pene, che si tramandavano di generazione in generazione. Ricordano Malespini ci parla del cavaliere Ugo di Brandeburgo, che andando a caccia, si smarrì in un bosco, dove trovò uomini neri, che lavoravano il ferro; e poi s'avvide che quegli uomini eran demoni, che, invece di ferro, percotevano e tormentavano anime ridotte in quello stato.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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