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      E nel furore della mischia, essi combattevano con fiducia, perchè l'ombra del benefico Virgilio accompagnava le loro bandiere.
      Ma Ruggiero II conte di Sicilia e Duca di Puglia aveva ingrossato il suo esercito, sottomettendo e saccheggiando le province vicine; aveva chiamato in suo aiuto le navi siciliane, ed unitele a quelle d'Amalfi, circondava ed assaltava per mare e per terra cosiffattamente la repubblica partenopea, che ormai non le poteva più bastare la protezione del suo Virgilio. Tuttavia essa non si perdette d'animo; ma fidando nel valore de' suoi cittadini e nella giustizia della sua causa, s'apparecchiava ad una difesa eroica in modo, da renderla degna di quelle antiche repubbliche greche, da cui vantavasi d'avere avuta la sua origine. Amici e sostenitori non le mancarono. Roberto di Capua, privato de' suoi Stati, era venuto a pigliar parte alla difesa dell'assediata città, ed insieme con Sergio capitano dei militi si trovò fra i capi della difficile impresa. Indussero i Pisani a portar loro aiuti, ed a combattere Amalfi; ma i Pisani furono disfatti dai Normanni. E allora Sergio restava solo a diriger la difesa, mentre il principe di Capua andava a cercare nuovi aiuti al Papa, ai Pisani, all'Imperatore. In Pisa egli arringava il popolo nella piazza, perchè sostenessero l'ultimo baluardo delle libertà repubblicane nell'Italia meridionale. In questo mezzo Napoli era ridotta agli ultimi estremi: i fanciulli, le donne, i vecchi spiravano per le vie pubbliche nell'agonia della fame.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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