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      E l'angelo sì rispose e disse: Ora mi chiami patre e signore, e quando m'avevi con ti sempre, mai non mi chiamasti, e de cotale moneta mai non mi pagasti; nè de tal nome non me rendesti mai onore, nè per ditto nè fatto. E l'anima respose e disse: Oimè! Signore mio, io non te vidi mai, e non udi mai la tua voce dolcissima, come te dovea rendere onore? E l'angelo disse: Da l'ora che tu nascesti al mondo, infino a questo dì e ora che l'anima ti si partì dal corpo, sempre io ti perseguitai, indugiandosi75 a ben fare, e non volesti farlo, nè consentire al mio volere nè al mio consiglio. E destendendo la mano ad uno de quelli spiriti rei, quello che peggio mi facea, disse: Ecco colui, a' cui consigli tu t'hai tenuto, e la sua voluntade tu hai ademplita, e di me non ti curasti. Ma76 imperciò che Dio si è pietoso, manda inanzi la misericordia che la iustizia; Esso non ti venne meno de la sua misericordia, e per ciò fia securo e alegro, imperò che tu porterai poche pene di quelle che tu portaresti, si la misericordia del tuo Creatore non t'avesse sovegnuda. Adunque seguita me, acciò ch'io ti mostri. Teneti a mente, e reducete a memoria; imperò che tu dia77 ritornare al tuo corpo. Udendo li demoni queste parole, e negando78 ch'elli non potevano adempire ne l'anima, quello ch'elli avevano minacciado; sì cominciaro a parlare contra Dio, a la cui voluntade non potevano contrastare, e dicevano così: O Dio, come tu sei iniusto signore e crudele; per ciò che tu dai vita a chi ti piace, e dai la morte a chi tu voli, e non li rendi secondo l'opera sua; anzi salvi le anime che non son da salvare, e danni coloro che non sono da dannare.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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