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      E poi si levonno l'uno contra l'altro, e davansi infra loro de fortissime piaghe79, e lassaro grandissima puzza; e sì se partiro indignati con grande tristezza.
      Poi che li funno partiti con grande cridore, l'angelo sì intrò inanzi a l'anima, e disse: Veni drieto. E l'anima rispose e disse: Oimè! Signore mio, se tu vai innanzi, e io seguiti drieto, questi mali spiriti80 mi prenderanno e porteramme in lo foco eternale. E l'angelo disse: Non temere; però che Dio è più con noi che con loro. Se Dio è con noi, chi contra noi? A te non si approssimaranno; nè non consideri bene con li occhi toi la tribulazione de li peccatori; e tu porterai puoche pene de quelle le quale tu hai meritato, come io t'ho dicto di sopra. Poi disse: Andemo oltra.
      CAPITOLO III.
      Come loro intronno in una longa via obscura,
      in la quale non se vedeva se non lo splendore de l'Angelo.
      Andando oltra costoro, funno intrati in una longa via, e non vedeano lume nè luce, altro che lo splendore de l'angelo. E andando per questa via, fummo giunti ad una valle molto terribile e tenebrosa, e coperta de caligine de morte: et era molto profundissima e piena de carboni affogadi; e di sopra era uno coperto de ferro fatto a modo de una gradela: el caldo de questo coperto era magiore de quello de' carboni; ma la puzza che vi usciva era peggio che niuna altra pena. E sopra questa gradella sedeva grande moltitudine de' demonij, che tormentavano grande quantità d'anime, le quale friggevano come fa el lardo ne la padella, e ancora peggio; che così fretti colavano zoso per questa gradella, e cascavano zoso in questa valle piena de' carboni accesi, e quelle anime se rafrescavano, e tormentavase in questo modo.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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