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      Alora io dissi a l'angelo: Oimè! Signor mio, s'el ti piace, voria sapere, perchè quella anima è constretta a passare sotto quel peso, che l'ha adosso, e quella anima specialmente porta quello peso e quelle pene. Rispose l'angelo e disse: Questa pena è debita a tutti coloro che tieno97 le cose d'altrui, o poco o assai, e per qualunche modo illicito, se le hanno peccato adosso d'altrui; ma non sono però punite del puoco, se quello puoco non fusse sacrilegio. E disse l'angelo: Sacrilegio98, dico, ciascuno che invola cosa de la chiesia, unde la sia; et è sacrilegio ciascuno, che tolle cosa sacrata de luoco sacrato, e questo è iudicato sacrilegio. E magiormente coloro che offendano, sotto specie de religiosità, alcuno o alcuna fiada, e per penitenza non se emendano, staranno a magiore pene. E poi disse: Andiamo tosto, che 'l ne conviene passare quello ponte. Et io rispose: Ben so che tu lo potrai passare secure, per la potenzia de Dio. Disse l'angelo: Io non passerò con te; ma tu solo lo passerai, senza de me; e non lo passerai per te solo, anzi ti conviene menare una vacca indomita, e redurmela de là dal ponte sana e salva. Allora io cominciai a piangere amaramente, e dissi: Perchè vole Dio darme questa pena? Ecco me misera, potrò io guardare questa vacca per così fatto periculo? conciosia cosa che se la misericordia de Dio non me soccorre, io non la poterò mai passare solo senza impaccio99. Allora l'Angelo disse: Ricordate che tu facesti robare una vacca ad uno tuo compadre100. Et io dissi: Oimè! Signore mio, non la rendì101 io bene quella vacca, a colui de chi l'era?


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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