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      Disse l'angelo: Ben la rendesti, quando non la potesti più celare. Non porterai tanta pena, quanto meno era 'l mal volere, poniamo che non potesti far l'Opera; avenga che l'uno e l'altro sia peccato mortale. E ditte queste cose, l'angelo se levò, e mostrogli una grande vacca salvatica e disse: Ecco la vacca che tu dìe menare oltra.
      Vedendomi ch'io non poteva scampare de la predicta pena, io piansi el peccato mio, e presi la vacca, e ligola102, e studiai per ogni via ch'io poti', de menarla al ponte. Allora le bestie del lago corseno al ponte, per recevermi se io cadesse; et io volendo fare lo mio viaggio, la vacca non voleva andare al ponte, per che sopra103 steno in parole. Ciascuno pensi, con quanta briga se può menare uno toro per una via piana; e poi poterae cognoscere, quanta io ebbi fatica e pena a guidare quella vacca al ponte. Poi ch'io l'ebbi condutta con molta fatica e con molto sudore, per fino a mezzo 'l ponte; quivi vidi venire a l'incontro quella anima, ch'io aveva veduto sul ponte con lo grano; e quando noi fussemo approssimadi, quella mi cominciò a pregare, ch'io mi cessasse in drieto e lassassela passare e compire lo suo viaggio. Et io pregava quella, che non mi desse impedimento a passare el ponte; perchè con grande fatica avea condutta la vacca infino là, e convenivali al tutto passare oltra el ponte, e tornare in drieto non potea. In questo modo stavamo fermi, e piangevamo l'uno e l'altro, e non se volevamo dare la via l'uno a l'altro; perchè non se potevamo volgere a drieto, senza grande periculo de cascare nel stagno; unde vedevano104 tante bestie crudele, che aspettavano con la bocca aperta per devorarne, se cascassemo dentro.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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