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      Vedute tutte queste cose, io dissi a l'angelo: Pregoti, Signore mio, che tu mi dichi, che avevano fatte136 queste anime, le quale me pareano essere senza compassione, maggiore che l'altre io137 abbia vedute fino a qui. Rispose l'angelo: Sì come io ti dissi di sopra, coloro che sono in maggior Stato de santitate e apparizione, se quelli stradicono, che non responda le parole al fatto e al nome, seranno iudicati a più duri tormenti. E così seguita el contrario, che recevano maggiore merito e gloria, se loro non meritaranno questa pena per colpa. Questa è una pena de' prelati e de' canonici, de' monachi, de' chierici, de' religiosi e religiose, e de tutti quelli che non fanno quello, per che le sono in stato de prelazione, o vero in abito de religione e de santitade; e perciò li loro membri sono circondati et impiagati de diverse piage, perchè non se gastigano, nè non se affrenano da le cose inlicite e vedate138. E' cruciavano li loro membri contra li prossimi come serpenti, e perciò se li pascevano li serpenti, et ardea le loro carne e membre vergognose; perchè elli non si castigono, nè non si rafrenano da l'impeto e da le tentazione139 de la concupiscenzia carnale, e perciò elli ne son punidi; unde loro diveneno140 bestie crudele per accrescimento de pene. E dicoti che questa pena sopraditta tocca generabilmente141 a tutti quelli che per qualunche modo, davano materia o casone142 ad altrui de offenderli; e perciò tu non poi scampare da queste pene, perchè quando tu potesti fare bene, non lo volesti fare, e non te vergognasti de bruttarte disonestamente de questo peccato.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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