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      Et è sì grande la sua percossa de le mane, che 'l non è alcuna anima che li possa scampare, che 'l non abbia mozzo el capo, e li162 mani, e li piedi; e allora quasi suspirando, soffia e sperge163 tutte quelle anime in diverse parte del foco eternale164; et incontinente intrano in quello pozzo, dove era quella puzolente fiamma, la quale io te dissi di sopra. E poi retirando el fiato, ritornavene a se tutte quelle anime ch'avea sparte, suspirando; e cascavano con fumo e con solfore in bocca sua, e devoravale; e qualunche anima fusse campata da le sue mani, la percotea con la coda. E così quella mirabile bestia, percotendo altrui, era percossa e tormentata de altrui, et era ne li tormenti corozzada.
      Et io vedendo queste cose così orribile, dissi a l'angelo: Signore mio, dime come ha nome quella bestia. Rispuose l'angelo e disse: Questa bestia che tu vedi, ha nome Lucifero, et è la prima creatura che creò Dio ne le delizie del paradiso; e se questo fusse disciolto, tutto 'l cielo con la terra conturbaria fino a l'inferno. E tutta questa moltitudine che gli è dintorno, sono parte de li angeli che lo seguitonno, e parte de le anime che sono già dannate, li quali sono stati servi fideli de Satanas, e non hanno speranza d'avere mai misericordia da Dio, e che non hanno fede in Dio; et imperò hanno meritato portare cotale pena con lo principe de l'inferno; perchè al Signore de la gloria, da chi viene tutti beni, non se volsero mai accostare, nè infatti nè in ditti. E questi son già iudicati, e molti altri n'aspettano, che prometteno in parole e non in fatti; e quelle cotale pene porteranno coloro che rinnegano Dio, e coloro che fanno l'opere, e nol negano, come fanno li falsi cristiani, omicidiali, assassini e discordi, impazatori de pace, falsarij e ingannatori, zugatori, ebrij, adulteri, roffiani, superbi, arroganti, vanagloriosi, invidiosi che non voleno perdonare le ofensione, e tutti coloro che amano sì li fioli e li parenti, o vero lo mondo, più che Dio; e che falsamente s'appropriano el nome de Dio, non cognoscendo da Dio tutti li beni; e quelli che non hanno umilità; e brevemente tutti coloro che morano senza vera contrizione, in colpa de peccato mortale, in primamente porteranno quelle pene ch'hai vedute fin qui; possa165 da l'altro lato, essi saranno tormentati senza fine.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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