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      Allora l'angelo cominciò a dire: Ahi! anima mia ben avventurata, retorna al tuo reposo, perchè 'l Signore t'ha fatto molta grazia. Ormai non porterai più pena, se tu non farai più peccati. Hai veduto fino qui, lo cascare de li nemici de Dio; ma da qui avanti vederai la grazia e la gloria, la quale Dio dà a li suoi amici.
      CAPITULO XI.
      Come l'angelo cominciò a mostrare a l'anima la gloria de Dio, e tirarla de pene171.
      Poi ch'io ebbi vedute tutte quelle pene, che sono ditte de sopra, mi rivolsi al commendamento de l'angelo, e cominciai a seguitarlo. E poi che fussemo andati un bon pezzo de via, tutta quella puzza ch'io avea sentita fu consumata, et andata via, e tutte le tenebre funno disfatte, et aparve la luce, e tutta la paura fu discacciata, e la securitate ritornata, et andata172 via la tristezza, fu ripiena d'alegrezza. Allora, sentendo me così tutta mutata, me maravigliai molto, et disse a l'angelo: Pregoti, signore mio, che tu me dichi, che vegio che così tosto io mi sento mutata; unde io era cieca e mo veggio, io era trista e mo sono alegra, io era piena de puzza e mo non sento alcuno malo odore; io era tutta impaurita e mo mi sento tutta assecurata? L'angelo mi respose e disse: Figliola benditta173, non ti maravigliare, chè questa è mutazione de la mano dritta de Dio, e per altra via ne conviene tornare a la nostra contrada; ma lauda e ringrazia Dio beneditto.
      CAPITULO XII.
      De la gloria del primo albergo, che mostrò l'angelo a l'anima,
      e del suo re e del Purgatorio e del Paradiso.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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