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      Andando, noi vedessemo uno muro molto grande et alto, dentro de quello muro, de quella parte donde noi eramo venuti, era grande moltitudine de omini e de femine, che stavano al vento et a l'acque, et erano molto miseri et aveano gran fame; ma avevano lume. Et allora io dissi a l'angelo: Dime, missere, che gente sono costoro che stanno a così fatto riposo? Rispose l'angelo e dissemi: Questi sono rei, ma non troppo; ben vivèno174 onestamente; ma de beni temporali non funno cognoscenti da Dio, de sovenire a' poveri per suo amore; e perciò sosteneno freddo e fame, e da qui innanzi staranno a questo modo sempre.
      Era qui dentro tanto splendore, che parea illuminato da molti soli; questa casa era larga e rotunda de molte colonne d'oro e de pietre preziose. Delettandome mi de vedere queste cose, e guardandome intorno, vidi una sedia d'oro ornata de gemme preziosi175 et altri belli ornamenti, ne la quale io vidi sedere un re molto onorato, e vestito de' più belle vestimente che mai fusse vedute. Standomi così, e maravigliandomi molto forte, ecco venire molta gente con doni e presenti, et offerirli a questo re molto allegramente; e stando così una grande pezza innanzi a lo re, eccoti venire molti Sacerdoti; quelli176 erano vestiti de preziose veste, come se gli andasseno a dire messa; et adornavano questa casa regale da ogni lato de maravigliosi ornamenti, e ponevano su per le tavole coppe d'oro e d'argento, e bussole177 de olio; e così adornavano quella casa. Et io dissi a l'angelo: S'el non è più consolazione come178 in questa, basteria quella gloria.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Dime Dio Sacerdoti