Pagina (172/287)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E questo udimento udito245 di così crudele istrepito e romore, seguitò non vie più crudele e orribile vedimento; cioè l' aspetto delle demonia, le quali visibilmente entrano in quella casa con grande empito e furore, avendo quelle faccie e quei visi sì terribili e crudeli, che non è uomo che 'l potesse contare. E cominciargli246 ad andare d'intorno, salutandolo, tuttavia isgrigniando247 e facciendosi beffe e scherni di lui, e quasi per obbrobbio gli dicievano: Gli altri uomini che ci hanno serviti non sono venuti quaggiù a noi, se non dopo la morte; onde noi non dobbiamo rendere minore merciè248 di questo, cioè che tu hai tanto voluto onorare la compagnia nostra, alla quale tu hai studiosamente servito; e perchè tu non hai voluto aspettare il dì della morte tua, anzi, essendo vivo, il corpo e l'anima insiememente ci hai voluto dare, acciocchè tu ricieva da noi maggiore remunerazione e guidardone, or ecco tu ricieverai abbandonatamente249 quel ch'hai meritato. Tu se' venuto quaggiù per sostenere tormenti e pene per gli tuoi peccati, e tu avrai insieme co' noi, quello che vai caendo, cioè pene e dolori. Nondimeno, imperocchè tu ci hai serviti infino ad ora, se crederai a' nostri consigli, e vorrai ritornare adietro; questo ti daremo per premio e guidardone, che noi ti daremo tutte quelle dilizie e ricchezze che sono delettevoli e soavi al corpo umano. E tutto questo gli promettevano, volendolo ingannare con queste impromesse e lusinghe. Ma il vero cavaliere di Cristo, nè per minaccie nè per lusinghe non si mosse; e così annullava le loro minaccie e lusinghe, come cosa vana, e niente a loro rispondendo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Cristo