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      I guai e le dolorose istrida che costoro continovamente facievano, non è lingua umana che lo potesse esprimere o raccontare. E questi cotali campi erano pieni, non solamente d'uomini tormentati; ma eziandio degli demonii che gli tormentavano. Or volendo le demonia gittarlo in que' fuochi, chiamato che lo cavaliere ebbe lo nome di Gesù, d'ogni loro potenza incontanente fu difeso e liberato.
      D'una ruota di fuoco, ne la quale pendevano uomini crudelmente tormentati274.
      Ma quando furono partiti di quello luogo, andando un poco più oltre, apparve dinanzi a loro una ruota di fuoco grandissima, tutta piena d'uncini ritorti, di ferro ardenti; e sopra a questi uncini era appiccata e confitta grande moltitudine di gente, intanto che niuno di quelli uncini v'era, sopra il quale non pendesse275 una persona. E la metà di questa ruota era volta in alto, tanto che pareva che per la sua grandezza toccasse l'aria; e l'altra metà era rivolta in giuso, sicchè pareva che n'andasse sotterra. E intorno a questa ruota era continovamente una fiamma d'uno sozzo e puzzolente zolfo, la quale tormentava crudelmente tutta quella gente che su v' erano appiccati. E oltre a questo, erano le demonia da ogni parte con bastoni di ferro, rincalcandoli e ripigniendoli arrabbiatamente agli uncini dov'erano appiccati e confitti276, volgendo la ruota sì velociemente, che niuno di loro avrebbe potuto conosciere nè disciernere l'uno da l'altro. Ed era sì disordinatamente e furiosamente volta questa ruota, che pareva che fosse un cerchio tondo di fuoco, tant'era il suo corso velocie, tostano.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Gesù