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      Or dicono le demonia al cavaliere: E con costoro282 ti conviene bagnare in questi bagni. E levandolo in alto, per gittarvelo e attuffarlo in una di quelle fosse, subitamente ch'ebbe chiamato quel nome di Gesù benedetto, fu del tutto delle mani loro liberato.
      D' un monte nel quale erano molti tormenti,
      e d'un vento tempestoso, e un fiume d'acque molto freddissime283.
      Ora crescendo sempre la invidia delle demonia contro al cavaliere, partendosi di quello luogo, tirarollo con grande empito apresso d'un monte, su per lo quale vide sì grandissima moltitudine di gente d'ongni maniera d'etade284, che pochi gli parevano tutti quegli che dinanzi aveva veduti, a rispetto di questa così grandissima moltitudine che quivi vedeva ragunata. E tutti costoro sedevano ingniudi in terra; sanz'alcuno vestimento; avendo il capo chinato quasi infino alle dita de' piedi, istando volti inverso l'aquilone; e pareva che stessono in grande paura e timore, come quegli che aspetavono285 continovamente di ricievere nuovi e vari tormenti. E raguardando il cavaliere con grande ammirazione quello che questi miseri aspettavono, dissono de' dimoni286 al cavaliere: Forse tu ti maravigli, perchè questo popolo sta qui con sì gran tremore? E non avendo287 appena compiuto di dire queste parole, ecco subitamente venne dalla parte d'aquilone uno vento grandissimo e tempestoso, il quale prese e arrappò quella misera turba, insiememente colle demonia che menavano il cavaliere, e gittogli in uno fiume d'acque freddissime e puzzolenti: facciendo questa giente, insieme colle demonia, sì grande e dolorose strida, che non è lingua umana che 'l potesse raccontare.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Gesù