Pagina (185/287)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E volendolo ancora più ispaurire, sì gli dissono così: Noi vogliamo che tu pruovi un poco più301 il grande pericolo che è a passare questo ponte. E pigliando la mano sua, si gliela fecieno fregare sopra lo sdrucciolente ponte; imperochè in questo ponte erano tre cose pericolose, le quali erano fortemente da temere a chi volesse passare presso302. La prima si era che detto ponte era sì dilicato e sì sdrucciolente, che se fosse stato eziandio larghissimo303, la qual cosa non era, non vi si sarebbe per niuno modo potuto rattenere o porvi solamente il piede fermo. La seconda cosa si è ch'egli era sì stretto, che pareva cosa impossibile a potervi andare suso sanza cadere nel detto fiume. La terza cosa si è, ch'egli era tanto levato in alto, in aria304, che pareva cosa orribile e oscura a sguardare, pur cogli occhi, quella ismisurata altezza305. Or dicono le demonia al cavaliere: Ecco, se tu vogli ancora credere a noi, cioè di ritornare addietro, tu puoi essere sicuro di questo dubitoso pericolo, e noi ti meneremo306 sano e salvo alla casa e patria tua. Ma quello fedele cavaliere di Cristo, diligientemente ripensando di quanti e grandi pericoli Gesù Cristo suo piatoso avvocato, così maravigliosamente l'aveva liberato, cominciò umilmente a chiamare esso avvocato307 nome e beato, nella cui virtù sperava d'essere vincitore. E poi che divotamente a Gesù si fu raccomandato, incominciò piano piano a salire su per lo detto ponte, non sentendo in alcuno modo sotto li suoi piedi quella dilicatezza e isdrucciolente morbidezza, che prima colla mano provato avea; della qual cosa tutto rinsicurito, con tutto il cuore ringraziò Iddio; e sicuro e fermo, su per lo ponte andava.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Cristo Gesù Cristo Gesù Iddio