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      Ma tutta quella moltitudine di que' beati, vedendo questo cavaliere, si rallegravano come d'uno Agnielo di Dio, ringraziando lo loro Creatore, il quale l'aveva liberato da tanti pericoli; e del suo avenimento tutti si rallegravano e facievano nuova festa, come fosse loro fratello carissimo: e pareva che quasi in alcuno modo330, ciascuno ne faciesse una singolare festa e letizia. E tutti que' cori di que' santi, sė lo vedevano con tanto desiderio, che quando s'appressava a loro, ciascuno ristava di cantare, tanto era la nuova letizia ch'avevano di vederlo. In quello beato luogo non vi si sente mai caldo nč freddo nč cosa veruna, che possa offendere o nuocere al corpo umano; ma tutte le cose vi sono piene d'ogni piacievolezza e graziose, e piene d'ogni allegrezza e vera giucunditade. Onde furono331 molt'altre pių le maravigliose cose che in quella parte il cavaliere vide332, le quali non si potrebbono parlare co' lingua nč dichiarare per iscrittura, da niuno di questa presente vita.
      Dichiarazione de le cose ch'avea vedute333.
      Ora compiute di vedere queste334, que' venerabili pontefici ch'avevano accompagnato il cavaliere, sė gli dissono cosė: Or ecco, fratello, per la grazia di Dio, tu hai vedute quelle cose che l' animo tuo disiderava di vedere; imperochč vegniendo qua, tu vedesti per la via i tormenti de' rei, e qui hai veduto il grolioso riposo de' buoni. Benedetto sia il nostro Creatore, il quale mise nell'animo tuo questa bona volontade, e che t'ha dato grazia di passare constantemente tra' tormenti, e avere vettoria di quegli.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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