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      Essendo giunti in sul monte lo servidore di Dio li diè pace, e poi a uno a uno, molto benignamente chiamandoli tutti per nome. E' frati vedendolo così piloso, e cò' capelli e colla barba molto lunga e molto grande e tutta bianca, e' davansene gran maraviglia, in perchè gli era una strana cosa a vedere. Veggiendo san Brandano queste cose, fè in se medesimo uno pensiero, e disse così: Oimè dolente! ch'io porto abito di monaco in dosso, lo quale mi cuopre lo dosso e la carne, e tiemmi caldo la persona, e sotto me e a mio nome e a mio comandamento stà molti uomini, e sotto lo nome dell'ordine mio e del mio abito; ma come poss'io piacere a Dio in questo mio stato? Io mi credeva far gran penitenzia per piacere a Dio, e i' ho trovato uno servidore di Dio, lo quale è uomo come gli altri, e nato come gli altri, e per istanzia di lui, e per sua vestimenta non ha niente; e avegna che sia così vecchio, per molti anni è stato in questa pietra. Egli non ha mangiato pane, nè bevuto vino, e non ha mangiato di cucinato; e con questo tutto si è bello e fresco, e stato sano della persona, e netto e mondo l'anima sua da vizii e da peccati. E dicendo infra sè stesso queste parole, el servo di Dio, san Pagalo parla e disse: O santo padre degno di riverenza, tu puoi essere molto allegro e consolato da Dio, veggiendo e cognoscendo e ricordandoti di tante cose stranie e di tanti miracoli, quanti n'ha mostrato Iddio in questo viaggio. E ben v'ha tal cose mostrate a voi per grazia, che mai non volle far tal grazia a niuno altro santo padre; e tu di', nel tuo cuore, che non se' degno di portare abito di monaco, e non ti cognosci essere bene amico di Dio, nè non ti riputi far cosa che piaccia a Dio.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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