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      Queste cose ti fa dire e credere la tua umilitade e bontade: ma sappi che se' verace monaco per ogni virtù, e più che monaco tu se' uomo di contemplazione e d'orazione e di lavorio, e mai non diletti di stare ozioso, e sempre preghi la salute dell'anima tua e degli amici tuoi, e tu non ti ricordi e non ti cognosci, che tu se' andato sette anni per mare di qua e di là, avendo e sostenendo di grande paure e tribolazione. Il signore Idio d'ogni cosa t'ha tratto e aiutato e mantenuto infino al dì d'oggi, e tu e' tuoi compagni, e avvi sovvenuti in tutti i vostri bisogni per sua bontà e grazia, e per vostra santa vita. Ora ti voglio dire del mio fatto. Io misero peccatore sì sto in su questo sasso a modo d'una ghiandaia, come fa in su uno albero, e sono ignudo, e non ho con ch'io mi possa coprire nè vestire la carne, se non col mio medesimo pelo e capelli e la barba, la qual m'è cresciuta a dosso, e sono una cosa paurosa a vedere in questo istato.
      Allora san Brandano lo comincia a dimandare umilmente, e disse: Com'è lo vostro nome, e di quale munistero fosti voi monaco, e onde fosti nato, e quanto tempo siete voi stato qui a fare questa penitenzia? Rispuose san Paulo primo romito, e disse: Lo mio nome si è Pagolo, e fui nutricato, essendo piccolo di tre anni, nel munisterio dell'abate Patrizio; e' fu uomo santo e di santa vita. E in quello io stetti cinquanta anni, e fumi dato per uficio, ch'io dovessi guardare lo munistero, el chiostro dentro, e cavare le fosse quando moriva niuno de' frati, e dovello soppellire.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Idio Brandano Com Paulo Pagolo Patrizio