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      Per lo vento, lo quale è chiamato favorio, o vero furàno, lo quale vento guasta li arbori, e comunemente sole ventare a la intrata de lo mese de aprile, ne la ditta cità, et ei distrugitivo delle frundi, frutti, fiuri teneri de li arbori; e lo supraditto poeta fece forgiare una imagine de rame, sotto certi singni e coniuraciumi de pianete, la quale imagine tenea una tromba in bocca, la quale, percossa o spenta da lo ditto vento favorio, per la virtù delle ditte pianete, de la tromba uscìa uno altro vento contrario a lo ditto favorio; de che era de necessità che tornasse in dereto. Per la quale cosa cresseano li laburi450 e frutti senza nocimento, e perveneano a maturacione perfetta.
      VIII.
      Como Virgilio ordinò uno loco, che sinci trovassero onne raione de erbe.
      Volendo anche lo esimio autore e simio poeta providere le infermitati de li omini con erbe salutiferi e medicinali, le quali besongnano per li suchi e per siroppi, le quali erbe in molti parti de lo mundo no si trovano, e massimamente la estate; unde appendì, 451 o ve' o sotto la montagna, dove è la ecclesia de santa Maria de Monte Vergene, sopra avelle, presso de Mercugliano, lo quale monte al presente è chiamato Monte Vergene per le maravigliose soi arti et ingegni, fece ordenare uno iardino maraveglioso e fertile de onne generacione de erbe: lo quale iardino o vero orto, a tutti quilli che gi andano per cogliere delle erbe, per li cure di li infirmi, le erbe e la via se demostrava legeremente; a quilli che gi andavano per destrugerelo, o vero per farlo seccare, o per levare de le ditte erbe, per pastenare altrove, no si lassavano vedere, e meno trovavano mai, donde gi potessero andare.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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