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      XVII.
      Como poi la morte de Virgilio, uno medico de re Rogeri se impetrò l'ossa de lo dittoVirgilio, per la quale se credea sapere l'arte de lo ditto Virgilio.
      Morto finalmente lo ditto Virgilio ne la cità de Brindisi, secundo como è ditto de sopra, che potuto avere delle soe osse no è cosa da taceresi e lassaresi sub silencio. In de lo tempo de Rogeri re de Cicilia, de lo quale innanti faremo mencione, seguendo nostra materia, fo uno fisico inglese inclito, de lo preditto re, lo quale, impetrate littere da lo ditto re mandate a la università de Napoli, che liberamente devessero dare a lo ditto medico l'ossa de lo ditto Virgilio, le quale ossa isso donate li avea co onne altra cosa che intro la sepultura vi fosse. A la qual littera e comandamento, la preditta università obedire non volce, temendo che, per lo rimovere delle ditte osse da la preditta cità, non incuressero in alcuna mortalità o alcuno altro danno. Et in parte obedienti foro; imperò che la ditta università de Napoli, conciò sia cosa che lo ditto fisico, una con loro, a lo sepulcro andaro, dove trovaro alcuni libri de nigromancia e de arte magica, li quali stavano in uno vasello de rame piuso, e posto sotto lo capo de Virgilio, li quali libri lo ditto fisico sinde portò, e l'ossa lassò, chè dare no le volceno li Napolitani. Et azò che le ditte ossa furate non fossero da la ditta sepultura, de notte, da lo ditto fisico che con gran voluntà delle avere, cercate le aveva, e forono recolte le ditte ossa in uno sacco de coiro, per la università de Napoli, e reposte forono a lo castello dell'Ovo.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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