Pagina (57/129)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non passò molto, e il rettile rispose all'appello, mettendosi agli ordini del pellegrino benefattore. Questi, dopo aver narrato ogni cosa per filo e per segno, scongiurò la Serpe di aiutarlo in qualche modo, d'indicargli una via per ricuperare la libertà così ingiustamente rapitagli.
      Rispose la Serpe, che il favore da lui domandato non era cosa difficile, e s'impegnò solennemente a fargli subito ottener la libertà. Nel tempo stesso, gli confidò lo stratagemma cui sarebbe ricorsa per conseguire l'intento.
      Detto fatto, se n'andò strisciando fino alla grande scuderia degli elefanti del Re, si accostò all'elefante di gala, a quello cioè che il Sovrano montava nelle grandi occasioni, e senza esser visto da anima viva gli s'insinuò nella proboscide. L'elefante, sentendosi pungere e vellicare in quel prolungamento del muso, diventò furioso come invasato da cento diavoli. Nessuno osava più avvicinarglisi; e, d'altra parte, il povero animale non, mangiava, non beveva più, non poteva godere un solo minuto di riposo.
      Informato della crudelissima malattia che avea colto il suo elefante prediletto, il Re fece il possibile per indovinare il motivo di quell'improvviso cambiamento e per trovare un qualunque rimedio, che valesse a guarirlo o almeno a lenirne le sofferenze. Ma, checchè facesse, tutto fu inutile. Allora, chiamò a sè i pubblici banditori, consegnò a ciascuno di essi una borsa con entro due mila monete d'oro, e comandò che la portassero sospesa in cima ad una lunga pertica, gridando per tutte le piazze e le vie della città, che quella somma di danaro accompagnata da altri doni preziosi sarebbe toccata a chi fosse capace di guarire l'elefante reale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





Serpe Serpe Sovrano