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      Ma, poichè nessuno sapeva il motivo del male, nessuno osò promettere la guarigione e nessuno si presentò.
      Giunse intanto la notizia alla prigione dove il Bramino era rinchiuso, e questi disse ai suoi guardiani che se consentivano a togliergli le catene e mandarlo a piede libero, egli era uomo da sanare in meno di niente l'elefante reale. La singolare proposta fu immediatamente comunicata al Re, il quale diè ordine non solo che il prigioniero fosse subito rilasciato, ma che gli si pagassero l'una sull'altra le duemila monete d'oro promesse.
      Eseguiti che furono questi ordini, il Bramino se n'andò difilato alle scuderie, si accostò allo elefante e fece le viste di borbottare certi suoi scongiuri, accompagnandoli di stravaganti cerimonie e gesti misteriosi. Poi, di botto, comandò con voce di tuono allo spirito maligno che uscisse dalla proboscide. Nel punto stesso, la Serpe guizzava fuori e si allontanava sibilando.
      Libero dal rettile pericoloso, l'elefante si sentì sollevato; ridivenne docile ed agevole mangiò l'erba e bevve l'acqua che gli si portava, e non diè più il menomo indizio di sofferenza o d'inquietudine.
      Non appena fu ragguagliato il Re della rapida e prodigiosa guarigione operata dal Bramino testè prigioniero, volle subito far la conoscenza personale di un uomo così straordinario, e gli domandò chi fosse e donde venisse.
      Il Bramino gli narrò i principali eventi della sua vita, fermandosi specialmente, con grande abbondanza di particolari, sull'incontro con gli animali e con l'Orefice, tratti a salvamento dal fondo d'una cisterna; non trascurò di enumerare gli attestati di gratitudine ricevuti da ogni singolo animale, mentre che l'Orefice, dimentico del beneficio, gli avea rapito tutta la ricchezza, e architettando le più nere calunnie, lo avea denunziato come capo d'una banda di ladri.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





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