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      E ti par prudente consiglio, dillo tu stesso, affidare le cure del governo ad un essere ch'è inquinato da tante imperfezioni?
      Formulato così il suo parere, Stirangivì prese commiato dal Gufo e se n'andò difilato dal suo padrone per riferirgli tutto quanto il colloquio avuto con uno dei ministri del nemico.
      Intanto, le parole di Stirangivì indussero il Gufo a fare delle serie riflessioni. Era più che evidente la inopportunità, anzi il pericolo, di elevare il capo Gufo alla dignità della corona. Senza dubbio, il nuovo Re sarebbe divenuto superbo e dispotico e non avrebbe guardato in faccia a nessuno. Fisso in questi pensieri, se n'andò a trovarlo e gli disse che, pel momento, il tempo e gli augurii erano affatto contrari alla cerimonia vagheggiata; esser necessario rimandare ogni cosa a più propizia occasione; doversi cogliere il momento buono in cui concorressero tutti i fausti indizii, differire cioè l'attuazione del disegno a non meno di quattro o cinque mesi.
      Il capo dei Gufi ascoltò attentamente, e rispose parergli buono l'avviso ed esser disposto a conformarvisi.
      Arrivò in questo mentre un altro dei tre ministri, e chiamato in disparte il padrone, gli susurrò che il suo primo ministro lo tradiva indegnamente, e che si trovava in segreta corrispondenza con Stirangivì, ministro del Re dei Corvi, col quale avea già avuto parecchi colloqui misteriosi allo scopo di frapporre ostacoli alla disegnata cerimonia dell'incoronazione.
      All'inaspettata rivelazione, montò il capo dei Gufi su tutte le furie.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





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