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      .. Non ebbi appena formulato questo mio pensiero, che il Re con tutti i suoi mi si scagliò addosso furibondo tempestandomi di graffi e di beccate, tanto che ne ho le carni livide e indolenzite.
      Dopo avermi così ridotto quasi agli estremi mi scacciarono vergognosamente e si ritirarono non so dove, abbandonandomi nel miserevole stato in cui mi vedete... Ed ora, privo come sono d'ogni risorsa, risoluto a non accostarmi mai più ad un padrone così crudele qual è quello che finora ho servito, io con tutta l'anima mi fo ad implorare la vostra pietà. Degnatevi, nobile Gufo, degnatevi volgere a me uno sguardo benigno! Io ve ne scongiuro per quanto so e posso. Se voi consentite, se voi mi accoglierete sotto la vostra potente protezione, se non rifiuterete di annoverarmi fra i più umili dei vostri servitori, io prendo impegno solenne di fare dal canto mio quanto da me dipende perchè voi non abbiate un giorno a pentirvi del generoso beneficio.
      A questo artifizioso discorso, pronunciato con voce umile e dolente, il capo dei Gufi si sentì tocco di compassione, e sembrò a bella prima disposto ad accordare al supplicante la grazia implorata. Al sentimento pietoso si aggiungeva anche una veduta d'interesse, visto che il Corvo avrebbe potuto essere di una certa utilità nella guerra successiva contro la sua stessa razza.
      Nondimeno, prima di prendere una decisione, volle il Gufo prudente consultare i suoi ministri.
      Primo fra tutti fu interrogato il Gufo per nome Dasciascia, e questi, senza troppo pensarci sopra, si dichiarò in tutto e per tutto consenziente col padrone.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





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