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      IL RE, LA SCIMMIA E IL LADRO.
     
      Un famoso Re, che imperava nella città di Caminipura, benchè valoroso e potente, non osava affidare a chicchessia la guardia della sua sacra persona. Aveva in conseguenza allevata e con ogni cura educata una Scimmia, incaricandola poi di vegliare giorno e notte al suo fianco, senza staccarsene un sol momento. Con una guardia simigliante, si credeva più che sicuro e al coperto d'ogni insidia.
      Nella medesima città abitava un Bramino, il quale alla Corte del Re copriva una delle cariche più importanti. Ora accadde che questo Bramino s'innamorò pazzamente di una donna dichiarandosi pronto a far per lei quanto da lui ella esigesse. La donna, che era avida e vana, non se lo fece dìr due volte, e impose al Bramino che a qualunque costo rubasse e recasse a lei in dono la collana d'oro che il Re portava al collo; se no, minacciava, non ardisse più mettere il piede casa sua.
      L'impresa non era agevole, ma il Bramino vi si pose a tutt'uomo, deciso a tentare ogni mezzo più disperato per contentare il capriccio della sua donna. Spiava un'occasione favorevole per involare non visto la collana reale. Il guaio era che se il Re qualche volta dormiva, la Scimmia vegliava sempre. Sapeva però il Bramino che quella specie di animali hanno una paura matta dei serpenti. Si procacciò in conseguenza uno di cotesti rettili, lo tappò in un vaso, e cogliendo il tempo in cui il Re era immerso nel sonno, s'insinuò furtivo nei reali appartamenti senza esser visto da anima viva.
      Sua Maestà, sdraiata sul letto, dormiva profondamente.


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Il pancia tantra ovvero Le cinque astuzie
Cento e più favole per divertire ed istruire la gioventù
di Viscnù-Sarma
Società editrice Partenopea Napoli
1914 pagine 129

   





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