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      Essendosi il Casati portato a Torino a presentare il dono, n'era ritornato decorato ed entusiasta ammiratore di Carlo Alberto e della Casa di Savoja.
      L'arresto di Casati in piazza di Mercanti aveva da parte degli assessori municipali provocata una protesta a Torresani, capo della polizia, contro la licenza militare.
      Casati venne allora ridonato a libertà, e sembrava essersi racquetati alquanto gli spiriti, allorchè il conte Neuperg, ufficiale austriaco, ridestò negli animi popolari il rancore, che, non spento, era soltanto assopito. Neuperg aveva distribuito tabacco a sue spese ai soldati onde girassero per le strade fumando e provocando il popolo: egli stesso attraversò la folla collo zigaro in bocca, colla spavalderia negli atti e nello sguardo, urtando l'uno, insultando l'altro: ciò fu causa di pubblica indegnazione: ciò fu sfida al popolo: ciò ridestò nella città un fremito d'ira, ed aumentò l'odio per l'Austria.
      Vicino alla galleria De Cristoforis lo stesso consigliere don Carlo Manganini, amico di Torresani, antico inquisitore in una commissione contro i Carbonari, vecchio di 74 anni, avendo riprovato il contegno della truppa, un soldato l'afferrò e lo uccise con quattro sciabolate alla testa e due al braccio destro. Il delirio di sangue era giunto al colmo che non si risparmiavan più nemmeno i partitanti dell'Austria. Più di 60 furono tra feriti e morti trasportati all'ospedale, non contati quelli che furono portati e curati alle case loro.
      Apparvero allora epigrammi sui muri delle case, tra i quali leggevasi la seguente strofa:


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Storia delle cinque gloriose giornate di Milano nel 1848
Antonio Vismara
di Editore Pagnoni Milano
1873
pagine 141

   





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