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      Altrove, ma sempre in quel rione, ad un popolano dopo essersi battuto disperatamente e aver uccisi e feriti molti del reggimento Kaiser, venne portato via, combattendo, il dito anulare della mano sinistra: nel mentre gli si fasciava strettamente la ferita non emise un gemito; ma, fasciata che fu, continuò a combattere, mostrando il suo dito ai circostanti, e accompagnando quell'atto colle parole: Una testa-di-legno mi ha fatto saltar via questo povero dito cui tutto ilare riponeva in saccoccia(25).
      Sulla piazza del Carmine cadde una bomba: tutti si diedero alla fuga, temendone lo scoppio; la miccia appiccatavi metteva vivide scintille mano mano che abbruciava, avvicinandosi al pertugio; quand'ecco un popolano, mal conformato di gambe, ma pieno d'ardire, lanciarsi d'improvviso vicino alla bomba, e, cadendovi sopra col corpo, soffocare e spegnere la medesima(26).
      A porta Tosa gli attacchi furon gagliardissimi sin dall'alba per parte del popolo: verso le ore 10 ant. gli abitanti dei sobborghi tentarono di sorprendere e prendere la polveriera detta della Bicocca; il colpo non avrebbe fallito se Giuda non avesse venduta per poche monete la patria; imperocchè il conduttore della birraria situata sul bastione suggerì alla truppa di entrare nel suo negozio, come luogo che si presentava il più adatto a difendere la polveriera ed a scacciar gl'insorti borghigiani: ciò che si effettuò e la polveriera fu salva! ad onore però del nome italiano dobbiam notare che quel Giuda era un originario tedesco, calato dalle nevose sue contrade per arricchirsi nel nostro paese, e poi.


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Storia delle cinque gloriose giornate di Milano nel 1848
Antonio Vismara
di Editore Pagnoni Milano
1873
pagine 141

   





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