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      Malagevole però era la lor marcia, giacchè gl'insorti erano riusciti di già a segare alberi al piede e lasciarli cadere attraverso la strada onde barrarla. Dovevansi quindi rimuovere quelle piante per lasciar libero passaggio ai carri ed alle carrozze.
      Era trascorsa di due ore la mezzanotte, allorchè il terribile rombo dell'artiglieria cessò: al gran frastuono successe un monotono silenzio che veniva soltanto rotto dal grido di All'erta, che partiva dalle barricate e faceva il giro di tutta la città. Gli appostamenti degli insorti alle barricate vicine ai bastioni furono sorpresi del gran passaggio di truppa, ma non compresero che trattavasi di ritirata se non al momento in cui tacquero le artiglierie. Il popolo conobbe allora che Milano era libera: la notizia circolò con straordinaria rapidità per tutta la città: - tutti accorsero al Castello: - grida acute si alzarono dovunque di: Fuori i lumi! I Tedeschi se ne sono andati! Vittoria! Vittoria! - Uomini, donne, vecchi, fanciulli, sin gli ammalati tentarono scendere, affollarsi pelle strade, mormorandosi reciprocamente domande sopra domande: È proprio vero che son partiti? Di dove sono andati? Per dove si son diretti?
      Il Castello venne invaso dal popolo: - la bandiera tricolore fu issata sul forte: - i popolani salirono sui torrioni e ne gettarono abbasso i cannoni, che vennero tosto portati sulle mura della città.
      Orribili spettacoli si offrirono in Castello allo sguardo del popolo! Cadaveri di cittadini fucilati nella corte, malati, militari morti, arse molte carte.


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Storia delle cinque gloriose giornate di Milano nel 1848
Antonio Vismara
di Editore Pagnoni Milano
1873
pagine 141

   





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