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      Per nulla dire, che convien tenersi col braccio allungato, e col corpo, e vesti discoste nell’alzar lo scudo, pur troppo devo sentire, che il peso di questo, sebben sia di legno inargentato, stanca potentemente, e che m’impedisce di alzarlo, ed abbassarlo, come vorrei, con celerità.
      Quanto però all’incomodo nel far agire cotesto scudo, penso di potervi agevolmente portar riparo: tra gli altri presidj quello mi propongo di un vette, o che verrà più opportuno, di alcune carrucole. Questo ingegno mi porrà in istato di vincere il peso con poca forza, e di far giuocar lo scudo standomi ad una comoda distanza, e con tutto agio della persona. Esso scudo poi ho già pensato a farlo dieci volte più leggiero che quel di legno: e vuol essere di tela stesa a foggia de’ nostri quadri sopra una cornice, ma questa ritonda (meglio anche della cornice di legno s’impiegherebbe un larghissimo collare di vimini che riuscirebbe, e più leggiero, e men soggetto a gettarsi) di tela dissi, in tal maniera stesa, e poscia inargentata. Avrà questa, oltre la leggierezza, un altro considerabilissimo vantaggio di adattarsi bene, e sempre a combaciamento colla faccia del mastice assoggettata, e per la propria pieghevolezza, e per virtù dell’adesione elettrica.
      Con tali espedientissimi sussidj io potrò costruire, e render maneggevole anche ad un uomo solo un apparato grande di sette, otto, e più piedi. Immaginatevi una tavola grande come quella per il giuoco del Bigliardo, ma rotonda, foderata convenientemente di latta, o di rame con sopra steso bene in piano un mastice nero, e lucente siccome specchio: vedetevi indosso posato un bel coperchio a platfond inargentato, o dorato, pendente da quattro capi di corda di seta che terminano poi uniti in un solo a un congegno di carrucole, e guidato nel salire, e scendere da due altre corde di seta fisse verticalmente, che giuocano in altre due girelle annesse a due parti estreme, ed opposte di esso coperchio, o scudo: ecco l’uomo a qualche passo dalla tavola, che col tirar una fune pendente, quasi in atto di suonar le campane, fa che suonino invece scintille fragorosissime, e fischino fiammelle, e getti di luce a tutti i lati a distanza di più palmi contro i varj conduttori ad arte, o a caso d’intorno disposti: dite, non è quel coperchio l’idea d’una nuvola fulminante?


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 227

   





Bigliardo