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      Allora tutti i Fisici, riportando le proprie sperienze di elettricità ad una misura comune, invece delle indeterminate, ed arbitrarie, di cui si valsero finquì, verranno ad intendersi perfettamente fra loro.
      Sarà però necessario di portare ad un determinato rapporto coll’elettrometro di cui parliamo, atto solo a misurare una debolissima elettricità, anche gli altri elettrometri capaci dell’elettricità forte, e fortissima: converrà, dico, che i gradi di questi rispondano a un certo determinato numero di gradi di quel primo, che vuolsi stabilire per elettrometro fondamentale.
      Trattandosi di un’elettricità quattro o cinque volte solamente più forte, ho già insegnato come se ne possa costrurre uno sulla stessa foggia atto a misurarla. Ma ciò è ancor picciola cosa, anzi picciolissima, rimpetto all’elettricità, che si manifesta con vigorose scintille, rimpetto a quella cotanto vivace delle ottime nostre macchine, e alla strepitosa de’ conduttori atmosferici in occasione di qualche temporale. Per cotal forza di elettricità non è a sperare, che alcun elettrometro a boccia possa servire, giacchè per quanto grossi si facessero i pendolini, dovendo essere senza palla toglier loro non si potrebbe di profondere gran parte dell’elettricità, che ricevessero; e questa allora trasmessa alle pareti della boccia vi si affiggerebbe, se nude fossero, verrebbe dissipata se vestite di lamine metalliche: in ogni caso agirebbero dette pareti fortemente sopra i pendolini, in modo di turbarne affatto l’uniforme graduata divergenza, sulla quale non potendo noi più contare, sarebbe tolta ogni comparabilità. Ma non potrebbe prendersi, affine di schivare tal errore una boccia assai larga?


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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