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      Ma di ciò avrò luogo di parlare ampiamente allorchè ne’ miei Saggi di Elettrometria verrò a descrivere l’istrumento con tutto ciò che riguarda sì la tua costruzione, che il suo miglior uso, e soprattutto la correzione dei gradi.
      Quello che fa al presente mio argomento, e che ho in vista di proporre quì, si è la riduzione del quadrante elettrometro ad un rapporto determinato col micro-elettrometro, ossia elettrometro più sensibile ch’io ho disegnato per elettrometro fondamentale, in maniera che ogni grado di quello (intendasi ridotto colla correzione al suo giusto) corrisponda e. g. a dieci gradi di questo. Io ho portato facilmente il mio quadrante-elettrometro a un tal segno, armando l’estremità del suo pendolino (che è di una paglia di mezzana grossezza, lungo quattro pollici, e scorre tra due semicerchi graduati di due pollici di raggio), d’un globetto di midollo di sambuco del diametro di tre linee circa. Or tal grossezza della pallottola, ben rotonda, e liscia quant’è possibile, basta, perchè non isputi l’elettricità, se non portato il pendolo d’alcuni gradi sopra i 40, che valgono, giusta l’anzidetto ragguaglio, 400 gradi del micro-elettrometro.
      Ma l’elettricità a questo segno non è per anco molto forte: essa non arriva neppure ad un terzo della carica, che può sostenere una boccia ordinaria di Leyden. Ho dunque diversi quadranti elettrometri alquanto men sensibili, cioè a palla più grossa, i quali non ispruzzano ancora l’elettricità forte a segno di sollevare il pendolo a 70 gradi del lor quadrante; e di questi mi valgo per misurare l’elettricità più intensa, facendo le debite correzioni, giusta le mie tavole, per tutti i gradi al di sopra dei 35, e massime dei 40. Convengo però che se si potesse far senza di tali correzioni, e giudicare a dirittura dei gradi dalla semplice ispezione, fora assai meglio; quindi è, che adottando ciò che propone il Sig.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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