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      Ma sostengo, che la mia maniera (e ognun potrà provare s’io dico il vero) è assai più comoda, è più sicura: ecco qual è. Adatto a vite un piattello di due pollici circa di diametro al bottone del mio elettrometro; ed applico ad esso piattello, allorchè voglio condensarvi l’elettricità, il piano di marmo, l’incerato, il taffettà, o quel qualunque corpo semi-coibente che trovo più a proposito. Per maggior mio comodo mi servo ordinariamente d’una zona di taffettà cerato, o verniciato, che forma come un mezzo guanto aperto d’ambi i lati, nel quale entrano quattro diti riuniti della mano: con questi diti così fasciati io copro, e premo alquanto quel piattello posto in cima all’elettrometro, intanto che il medesimo riceve da un lato, o per di sotto l’elettricità, sia da una boccia di Leyden, sia da un altra sorgente qualunque. Infine ritirata la boccia, o qual siasi il corpo elettrizzante dal contatto del piattello, ne levo via anche la mano coperta del suo guanto, con prestezza (giacchè la prestezza contribuisce molto al buon successo): e allora veggio i pendolini balzare con vivacità, e prendere quella divergenza, che l’elettricità condensata nel piattello, di cui sono dipendenze, può loro dare.
      Volendosi far senza della fascia, o guanto, e impiegare la mano nuda, basterebbe vestire di taffettà il piattello medesimo; ma ho provato, che non riesce sempre così bene la sperienza.
      Del resto nè il piattello, nè quella specie di guanto non riescono di alcun imbarazzo, potendosi il primo svitare, e armare invece sua l’elettrometro di un uncino, di un’asta puntuta, o d’altro, secondo le occorrenze; e potendosi fare esso piattello di tal grandezza, e forma, che abbracci, e serri come il coperchio d’una scatola l’altro piattello, o fondo metallico dell’elettrometro medesimo; onde non venga questo sì comodo, ed elegante stromento ad occupare maggior sito in tasca, e meglio nella sua custodia, nella quale potrassi altresì rinchiudere senza perdita di luogo, il guanto di taffettà, aperto, come si è detto, d’ambi i lati, adattandolo in modo, che cinga giusto qual fascia la boccetta.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





Leyden