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      Ma e di quanto oltre? Ciò è che io volea sapere; ma per venirne a capo conveniva impedire la dissipazione in ispruzzi di quell’elettricità, che già più non può capire nel piatto: or eccovi il mezzo facile, che mi suggerì.
      Feci che al primo alzarsi il piatto incontrasse una catena pendente da un conduttore isolato abbastanza capace, e alla cui estremità era annesso il quadrante-elettrometro: così il piatto invece di profondere nell’aria l’elettricità eccessiva, di cui dee necessariamente sgravarsi, la comunica all’altro conduttore, che tutt’assieme contenere la può. Io avea già prima cercato qual fosse la capacità di questo conduttore, e l’avea trovata tre volte maggiore di quella del mio piatto (avea osservato p. e. che elettrizzato quello a 40 gradi del suo quadrante-elettrometro, facendoglisi toccare il piatto non elettrizzato, scendeva a 30, e corrispondentemente elettrizzato questo a 40 gradi, e portato in contatto di quello montava l’istesso quadrante-elettrometro a 10). Con questi dati io era certo, che il numero de’ gradi a cui nella divisata esperienza salirebbe il quadrante-elettrometro non potrebbe essere che un quarto dei gradi di elettricità che dispiega col venir alzato il piatto solo. Ora io osservai, che veniva il quadrante elettrometro poco più, poco meno a 30, dunque l’elettricità del piatto solo era di 120, ossia 1200 del primo elettrometro a boccetta; e però, sendo che la carica del piatto posato non segnava che 10 gradi, doveva conchiudersi essere la medesima inalzata ad un’intensità 120 volte maggiore.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382