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      Sul principio, quando avendo di fresco inventato il condensatore, ne feci l’applicazione all’ingrandimento de’ segni dell’elettricità atmosferica, io disponeva le cose nel seguente modo: il piatto metallico del condensatore posato sul suo piano di marmo, od altro equivalente, si portava a toccare il fil di ferro del conduttore atmosferico, e rimaneva in tal contatto un sufficiente spazio di tempo, passato il quale si ritirava tuttavia unito a detto piano, guardando di non toccarlo altrimenti; indi si disgiungeva levandolo speditamente in alto per mezzo del suo manico isolante, e si passava ad esplorarlo con un dilicatissimo elettrometro a boccetta. Questo metodo è quello ch’io descrissi, prescrivendo tutte le richieste attenzioni, nella mia Memoria sul condensatore, ch’io avuto occasione più volte di citare. Ma non istetti lungo tempo ad accorgermi, che questa manipolazione mancava sovente del suo buon successo, segnatamente quando l’elettricità dell’aria non s’istillava che lentissimamente nel conduttore; nè guari tardai a comprenderne la ragione. Io aveva già avvertito nella detta Memoria, che applicandolo al conduttore atmosferico d’uopo era che vi stesse unito un tempo considerabile quando l’elettricità dell’aria era debolissima, per raccoglierne pure una dose sufficiente. Questo tempo richiesto è ora di 2, o 3 minuti, ora di 6, 8, 10, ed anche dipiù, in ragione della minor forza dell’elettricità dominante, e della maggiore secchezza dell’aria, che rendendola più coibente impedisce o ritarda la trasfusione della sua elettricità nel conduttore.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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