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      Con tutte queste io son ben lungi dal pretendere, che a me venga decretato il premio proposto dall’Accademia. Scorso già deve essere il tempo prefisso; ma quando anche non lo fosse, non penserei neppure a presentarmi al concorso. Sono abbastanza contento, se posso colle mie piccole scoperte aprire qualche nuovo campo di ricerche utili, ed animare i Fisici a proseguirle; e soprattutto se giungo ad ottenere la vostra approvazione, o Signore, che per me vale quella di molti.
      Mi rimane, avanti finire questa lettera, in cui mi son proposto a compimento della precedente di presentarvi tutti i vantaggi, che ho saputo trarre dall’uso della fiamma, per l’oggetto di esplorare l’elettricità atmosferica, mi rimane di descrivere alcune addizioni, che ho fatte al nostro elettrometro atmosferico, all’uopo di sollevarlo più alto in campo aperto, o di avanzarlo di maggior tratto fuori della finestra, senza togliergli (che è suo gran pregio) di essere portatile.
      In vece di adattare il piccolo conduttore, formato di tre, o quattro pezzi di grosso fil d’acciaro che si avvitano insieme al cappelletto dell’elettrometro a boccetta; l’adatto alla cima della mia canna da viaggio, in modo che resti esso conduttore isolato: per il quale isolamento serve un bastoncino di vetro incrostato di ceralacca della lunghezza di due, o tre pollici. Questo cilindro solido di vetro ha annesso ad un capo un tubo conico di lastra d’ottone, in cui entra e si ferma il puntale della canna, e all’altro capo un cappelletto similmente di ottone, su cui si avvita l’anzidetta verga d’acciaro.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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