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      Per convincerci che il conduttore Frankliniano può talora ingannare, basta riflettere, che oltre a quella elettricità, che quando è forte vi s’infonde realmente dall’aria, egli risente dipiù un’elettricità di pressione, in virtù della quale, supponendola a cagione d’esempio positiva, ove venga toccato, ed anche senza venir toccato, ove trovisi male isolato; si scarica egli d’una quantità corrispondente del suo proprio fluido elettrico. Or supponiamo che dopo essersi così scaricato, la nuvola, o lo strato d’aria incombente alla punta di tal conduttore passi da quell’elettricità positiva forte che avea, ad una più debole assai, ma tuttavia positiva; il conduttore sollevato in gran parte dell’elettricità di pressione darà ora segni di elettricità negativa, in ragione della perdita del proprio fuoco che ha fatta, la qual perdita non è più, come dianzi, bilanciata: questi segni son dunque fallaci. Lo stesso avverrà se la nuvola soprastante si ritiri solamente; e più, se in qualunque maniera svanisca essa, o la sua elettricità.
      Vi hanno altri casi in cui il linguaggio del conduttore Frankliniano diverrà equivoco o falso: non ne addurrò che un solo per finirla. L’elettricità dell’aria, o d’una nebbia circondante tal conduttore sia debole anzichè nò, tale che agisca quasi unicamente per pressione; i segni che se ne avranno saran nulli, o quasi, secondo che si sarà scaricato il conduttore, sia per toccamenti, sia per cattivo isolamento, o supposto anche questo buono, si sarà a lungo andare scaricato in qualche modo del suo proprio fuoco, quanto esige una tal pressione, cioè l’azione dell’atmosfera elettrica, o poco meno.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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