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      Chi sa che sollevando allora verso la volta di questa sala l’elettroscopio munito della verghetta metallica, e del candelino o zolfanello acceso in cima, e facendo uso della boccettina di Leyden, e quindi del condensatore (non altrimenti che soglio fare circa l’elettricità dell’atmosfera, quando per tutto altro modo ella è impercettibile) chi sa, dico, ch’io non ottenga da cotai vapori, che formati al basso cominciano verso l’alto della sala a disfarsi o condensarsi, qualche segno di elettricità? Se ciò riesce, non dubito punto, che codesta elettricità non sia per essere anch’essa della specie positiva, come vuole la mia teoria, e come è quella appunto dell’aria libera più o men vaporosa, della nebbia, della rugiada.
      Mi manca un’esperienza di questa fatta per porre l’ultimo suggello all’accennata mia teoria sull’origine dell’elettricità atmosferica in più, cui io deduco dai vapori, che si innalzano arricchiti di fluido elettrico a spese della terra, fondandomi sulla scoperta, che feci fin dal principio del 178223, dell’elettricità sempre in meno, che si manifesta negli apparecchi isolati, da cui, sia coll’ebullizione, sia coll’effervescenza, od anche colla semplice combustione si fanno salire copiosi vapori24. Mi manca, dico, un’esperienza, che scoprir faccia una somigliante elettricità di eccesso, prodotta a mia posta col render l’aria artificialmente vaporosa: sebbene anche senza di una tale sperienza, l’osservazion sola di quella elettricità, che domina ad ognora nell’atmosfera naturalmente pregna di vapori, e maggiormente vi domina nei tempi, e nelle regioni, ove appunto i vapori viepiù si condensano, di quella elettricità, la quale, salvochè accidenti di altro genere (di cui avrò luogo di parlare altrove ) non la turbino e invertano, è sempre della stessa specie, cioè positiva, sembra poter bastare a confermare l’anzidetta teoria, che da’ Fisici di gran nome ho il piacere di veder adottata, fra quali nomino a cagion di onore i Signori Tiberio Cavallo e di Saussure.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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