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      Del resto, siccome la corrente dal seno della fiamma si dirige all’insù, ed essa fiamma prende una forma conica, mentre l’aria da lei riscaldata e rarefatta levandosi, e spandendosi a forma di gran pennacchio, promove all’intorno, e per disotto l’affluenza di altr’aria a ristoro del cagionato diradamento; così, non solo dallo strato d’aria a cui tocca il suo apice, ma da più alto eziandio tragge la fiamma a se l’elettricità, cioè da quello strato, a cui giunge colla rapida corrente il suo vivo calore, quel calore che basta a render l’aria deferente.
      Dalla fiamma or torniamo alle osservazioni sulle punte. Un’elettricità assai forte non manca mai di produrre il venticello elettrico, di cui abbiam poco sopra parlato, neppure su di una punta ottusa, e che poco risalta; la quale per conseguenza non lascia di assorbire più o men celeremente l’elettricità posseduta da un corpo, che le si presenta ad una convenevole distanza. Ma a misura, che l’elettricità è più debole, dessa, come sappiamo, non produce l’un fenomeno e l’altro, che sopra punte più sporgenti, e più sottili, e in minore distanza. È ella estremamente fiacca? Non ha più luogo il soffio o venticello, e la trasmissione dell’elettricità non si compie neppur essa, se non lentissimamente, per quanto sia affilata e sporgente la punta, per quanto l’intervallo frapposto a detta punta e al corpo elettrico sia piccolissimo; molto meno se codesto corpo non è della classe dei conduttori. Fin le molecole d’aria, che toccano cotal punta sottilissima, e che sono più di tutte e da tal contatto, e dalla pressione dell’atmosfera attuante sollecitate a deporre in essa punta l’elettricità che le anima, e stentano a farlo, e non vengono a capo di spogliarsene, che dopo un tempo notabile: ciò in virtù di quella forza e tenacità, con cui tutti i corpi non-conduttori ritengono l’elettricità sia reale, sia di pressione, quando ella, debole troppo, non fa che miserabili sforzi per isvincolarsi, non giunge a vincere gl’indicati ritegni.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382